sabato 12 marzo 2022

Un cuore grande

Stamattina, dopo le Lodi, mi ha detto: "Oggi stai con me".

Ed ecco come è stato questo "oggi":

A scuola con due classi di prima media ha tenuto una lezione di "Tombola". I ragazzi contentissimi, il ricavato buono, quasi 136 euro a favore dei profughi dell'Ucraina. Un gesto educativo per i ragazzini, chiamati in causa come protagonisti in questa guerra senza senso: un sacrificio mio per i bambini che non hanno più niente.

Si viene a casa, ma non basta. Contatti telefonici, rapporti, preparazione per l'omelia di domani, la Trasfigurazione. Lo sgrido, quasi umiliandolo, perché mi fa preparare un volantino di cui non c'è bisogno (si usa whatsapp...). Occhi bassi, non ribatte, accetta l'ingiusta "cattiveria".

Massimo ci prepara un piatto di tagliatelle al sugo di piselli, opera della Rosina. Non c'è pace: telefonate e scampanellate da poveri che hanno bisogno; non si nega a nessuno.

Arrivano i bambini del catechismo, ma prima alcuni poveretti rumeni lo chiamano al cellulare: la pensione dove dormono a poco prezzo li ha mandati via perché deve accogliere i profughi ucraini, garantiti dalla Prefettura. Si precipita alla fermata dell'autobus dove arriveranno per dar loro un aiuto.

Al catechismo si prega con 10 Ave Maria per i bambini che sono in guerra, in qualsiasi guerra. In chiesa, pendono tutti dalle sue labbra in silenzio, anche i birichini che fanno impazzire le catechiste; li invita semplicemente alla penitenza con qualche sacrificio, le preghiere e l'elemosina, come se lo chiedesse a persone adulte. Escono nel silenzio e sciamano urlanti appena fuori: c'è tanta voglia di vivere!

Un'ora dopo o quasi, carica sul pulmino una "novena" di ragazzini delle Medie per andare al mare e a mangiare il gelato da Marselli, la "sua" gelateria infantile. Lo aiutano due grandi, Nicola e Carolina. Una bella foto e si torna a casa. 

Sono quasi le 18. C'è la Messa a San Martino. Alle 19 meno un po' entra nel confessionale a S. Ermete, intona il canto alla Comunione, mi saluta, quasi chiedendomi il permesso, perché mi lascia solo a cena, e mi dice: "Vado a salutare la famiglia di "Scavcid". Il babbo è morto per una leucemia fulminante in poco tempo. Obietto: "E' tardi. Ce la fai?" E' molto affezionato a quell'uomo e alla sua famiglia. Parte. Sono le 20. Gemmano dista 25 Km, su strade di collina. Non bada alla benzina, che costa ormai come l'oro. Non bada alla stanchezza. Per stare mezz'ora con la vedova. Senza mangiare.

Tutto preso e tutto "speso", per le persone e per Gesù.

Che cuore grande! E' un bel richiamo per me. A volte ho l'impressione che legga nei cuori, con molta discrezione.