venerdì 27 aprile 2012

Che bella cosa il pallone!

Trarivi è un paesino lungo la strada per Montescudo. 
Appoggiato sulla cresta di un crinale, precipita verso due valli fra Valliano e Vallecchio. Zone antiche, di storia e di cultura.
Qui fu inviato Bubi dal Vescovo di Rimini, Mariano De Nicolò, dopo la sua missione a Gemmano.
Qui fece costruire un campo da calcetto in collaborazione con il Comune.
Un campetto molto frequentato, con tanto di recinzione alta, perché il pallone non fuggisse verso la strada o la valle sottostante.
Bubi era già avanti negli anni, diciamo 50 o giù di lì; ma giocava a calcio ancora con una certa qualità - la passione era ed è immutata - ed era frequente vederlo partecipare a gare o "allenamenti" coi ragazzi.
Mai che venisse meno ai suoi compiti di parroco e di insegnante nelle scuole di Rimini; faceva parte anche il calcio della sua pastorale e i ragazzi lo capivano.
Un bel giorno uscì di casa, c'erano dei ragazzetti che giocavano nel campetto. Bubi aveva fretta, lo aspettavano impegni a Rimini. 
I bambini lo fermarono: "Don, quando vieni a giocare con noi? Con te c'è più gusto".
Amavano tantissimo il pallone, giocavano spesso e appassionatamente fra di loro, sudavano e litigavano; ma con Bubi era un'altra cosa!

martedì 17 aprile 2012

Tutti a Roma!

Oggi, proprio oggi, Bubi è partito con tutte le quinte classi delle elementari divise in tre pullman e le loro maestre verso Roma. Due giorni di visita alla città di convivenza e di incontro con il Papa in occasione dell'Udienza del Mercoledì. Bubi non si tira mai indietro. Salute di ferro e disponibilità totale. I bambini stravedono per lui. Fino alle Medie. Strano davvero! Dall'asilo alla fine delle Elementari i bambini trattano Bubi come se fosse Gesù. A dire il vero, alcuni anni fa lo chiamavano "babbo"; poi per le generazioni successive è stato prima "zio" ed ora è "nonno"...Il tempo è birichino: colora i capelli via via di nero, poi di grigio ed ora di bianco chiazzato. Bubi è sempre lui: mentre invecchia diventa bambino e i bambini lo trattano come uno di loro. Una volta diventati ragazzini e lui professore non lo stanno più ad ascoltare. Da ragazzi ricominciano a guardarlo e da giovani studenti e universitari tornano verso di lui, alcuni in compagnia delle morose. E' proprio bello essere prete! Viene da dirlo guardando e considerando tutto questo. Oddio! I preti sono uomini, si sa e Bubi non fa eccezione in quanto a difetti, impuntate, rigidità, peccati pubblici e privati (ipotetici questi perché sono solo quelli che Dio conosce). Il giorno in cui lo faranno santo, farò la parte dell'avvocato del diavolo, anche se, sembra, non esista più. I preti, però, hanno un quid, nel bene e nel male, un quid che si percepisce a pelle. Ai tempi in cui il Latino era studiato e considerato si parlava di "in persona Christi". Chi incontra un prete in attività è come se incontrasse Gesù stesso. Questo è sempre stato evidente nella confessione: uno psicologo ti può dare dei buoni consigli, uno psichiatra curarti; ma un prete...quando esci dal confessionale sei un altro. Bubi ama confessare. Interrompe qualsiasi attività se qualcuno lo ferma e glielo chiede. Celebra la Messa in modo semplice, senza fronzoli o compiacimenti, forse predica un po' caoticamente, ma si vede proprio che ama Gesù.