venerdì 24 giugno 2022

Appunti di economia "parallela"

 "Spiegami una cosa: perché prima gli dici di no; poi gli dai i soldi?" dico ad un amico

Un amico rumeno è venuto a chiedere i soldi per andare via da Rimini perché minacciato da altri rumeni. Non indago i motivi...

- Glieli ho prestati. Mi ha detto che me li restituirà fra una settimana, quando riceverà il reddito di cittadinanza"

"Glieli hai dati tante volte e non te li ha mai restituiti, lo sai"

- Io non so se me li darà o no. Non lo posso sapere"

"Ma non lo ha mai fatto!"

- Hai presente "La leggenda del santo bevitore"?

Ho molto presente il bellissimo libro di Joseph Roth. Ne ho ben tre edizioni. 
Taccio.
E' un'altra logica, un'altra Economia.
Mi viene in mente la guerra in Ucraina e quello che ci spacciano per Economia...




giovedì 23 giugno 2022

La Provvidenza provvede

Don Stefano (Bubi) ha appena ricevuto una telefonata da una signora di Gorizia.

"Seguo la Messa che Lei celebra il sabato sera. Vorrei fare un'offerta alla sua parrocchia. Può mandarmi l'IBAN della banca? Ho consigliato anche un'amica di Berlino di seguire la sua Messa".

Il buon Michele, il factotum della Parrocchia di San Martino dei Mulini, provvede a trasmettere in diretta su Internet tutte le celebrazioni liturgiche a favore delle vecchiette che non si possono muovere di casa e la Rete, come tutti sanno, non si sa fin dove arriva...

La Provvidenza cerca sempre un modo per ripianare i conti di un parroco che "spreca" i suoi soldi con questuanti vari, l'ultimo dei quali, uno zingaro, sempre disoccupato, viaggia con auto di una certa cilindrata e promette solennemente ogni volta di non farsi più rivedere: oggi aveva bisogno di una bombola e con arte sopraffina - chissà se sono laureati in psicologia - ha scucito qualche soldo a Bubi ancora una volta, soldi rigorosamente messi di tasca propria dal tapino, non dalla Parrocchia.

L'amico scettico però pensa: "Chissà se è una truffa, l'ennesima e la fama di Bubi ha raggiunto i confini italiani e la Mitteleuropa?!"

Glielo dice e Bubi commenta: "Ah di'..." uscendo di casa sereno come sempre.

Intanto la Provvidenza, imperturbabile, continua - chissà perché - a provvedere... e ne trae giovamento anche l'amico...




sabato 2 aprile 2022

Sabato sera

Sabato sera.
Ore 20,10. La Messa prefestiva è finita da un pezzo.  La cucina è vuota, la tavola non è apparecchiata. La cena: qualcosa nel frigo. Arriva una telefonata. 
Una donna si lamenta: "Ti aspettavo. Alla fermata. Mi avevi detto alle 7. Ti ho chiamato. Alle 7 meno 10". 
"Dove sei? 
"Avevo il cellulare spento per la Messa. Mangio qualcosa e vengo".
La donna piange: "Mio figlio non mi guarda. E' nato il nipotino e non posso vederlo". Straniera, cacciata da una casa pericolante, vive sul marciapiede di una piazza conosciuta, in un angolo, sul lato di una scuola. 
"Mangio qualcosa e vengo".
La donna piange, perde sangue da tempo: "Ho un cancro. Me ne frego, forse muoio. Ho gli esami venerdì. Mio figlio se ne frega".
"Ti porto una pizza. Cosa vuoi?"
"Quando arrivi è fredda. Una coi funghi"
"La compro in città. Vengo subito. Vengo adesso".

"Gliel'ho promesso" si giustifica e se ne va. 
In auto. Sono 20 chilometri, andata e ritorno.

Sulla piazza deserta lei gli fa vedere dove dorme. Alle 2 chiamerà l'ambulanza, non prima, perché di notte c'è l'urgenza e le daranno ascolto, la porteranno in ospedale.

Il sacerdote è un uomo solo, non ha famiglia, non deve rendere conto a nessuno, a una moglie per esempio, a dei figli. 
Ha uno solo cui rendere conto: Gesù. E quando Lui chiama chiama.

Nessuna pizza, nessun medico, nessuno figlio dimentico, niente: la donna voleva solo che qualcuno vedesse dove dormiva, con due coperte per il freddo, sul marciapiede di fianco alla scuola, che qualcuno le fosse accanto nella notte fredda che avanzava, lei con Gesù vicino, perché lei, il suo cuore, le dice che è importante, che c'è anche lei a questo mondo.

Bubi è questo.



sabato 12 marzo 2022

Un cuore grande

Stamattina, dopo le Lodi, mi ha detto: "Oggi stai con me".

Ed ecco come è stato questo "oggi":

A scuola con due classi di prima media ha tenuto una lezione di "Tombola". I ragazzi contentissimi, il ricavato buono, quasi 136 euro a favore dei profughi dell'Ucraina. Un gesto educativo per i ragazzini, chiamati in causa come protagonisti in questa guerra senza senso: un sacrificio mio per i bambini che non hanno più niente.

Si viene a casa, ma non basta. Contatti telefonici, rapporti, preparazione per l'omelia di domani, la Trasfigurazione. Lo sgrido, quasi umiliandolo, perché mi fa preparare un volantino di cui non c'è bisogno (si usa whatsapp...). Occhi bassi, non ribatte, accetta l'ingiusta "cattiveria".

Massimo ci prepara un piatto di tagliatelle al sugo di piselli, opera della Rosina. Non c'è pace: telefonate e scampanellate da poveri che hanno bisogno; non si nega a nessuno.

Arrivano i bambini del catechismo, ma prima alcuni poveretti rumeni lo chiamano al cellulare: la pensione dove dormono a poco prezzo li ha mandati via perché deve accogliere i profughi ucraini, garantiti dalla Prefettura. Si precipita alla fermata dell'autobus dove arriveranno per dar loro un aiuto.

Al catechismo si prega con 10 Ave Maria per i bambini che sono in guerra, in qualsiasi guerra. In chiesa, pendono tutti dalle sue labbra in silenzio, anche i birichini che fanno impazzire le catechiste; li invita semplicemente alla penitenza con qualche sacrificio, le preghiere e l'elemosina, come se lo chiedesse a persone adulte. Escono nel silenzio e sciamano urlanti appena fuori: c'è tanta voglia di vivere!

Un'ora dopo o quasi, carica sul pulmino una "novena" di ragazzini delle Medie per andare al mare e a mangiare il gelato da Marselli, la "sua" gelateria infantile. Lo aiutano due grandi, Nicola e Carolina. Una bella foto e si torna a casa. 

Sono quasi le 18. C'è la Messa a San Martino. Alle 19 meno un po' entra nel confessionale a S. Ermete, intona il canto alla Comunione, mi saluta, quasi chiedendomi il permesso, perché mi lascia solo a cena, e mi dice: "Vado a salutare la famiglia di "Scavcid". Il babbo è morto per una leucemia fulminante in poco tempo. Obietto: "E' tardi. Ce la fai?" E' molto affezionato a quell'uomo e alla sua famiglia. Parte. Sono le 20. Gemmano dista 25 Km, su strade di collina. Non bada alla benzina, che costa ormai come l'oro. Non bada alla stanchezza. Per stare mezz'ora con la vedova. Senza mangiare.

Tutto preso e tutto "speso", per le persone e per Gesù.

Che cuore grande! E' un bel richiamo per me. A volte ho l'impressione che legga nei cuori, con molta discrezione.



sabato 24 ottobre 2020

Bubi per i piccoli amici

In previsione di un secondo lockdown prossimo venturo, ripropongo le storie che Bubi è solito raccontare ai bambini dell'Asilo e delle Elementari, che va a trovare.

Sono storie semplici, che piacciono anche ai grandi.

Qui il Canale YouTube dove sono raccolte per essere viste e ascoltate liberamente e gratuitamente:


BUBI PER I PICCOLI AMICI









venerdì 9 ottobre 2020

Un povero petulante

Telefonate insistenti, richieste continue di ascolto e di denaro.

Chi si trova povero e abbandonato pretende quello che non ha e si rivolge a coloro cui sa di poter chiedere aiuto e i preti sono in prima linea. 
Un prete comunque ti dà ascolto e attenzione.

"Ho fame, Sono 3 giorni che non mangio"
"C'è la Mensa della Caritas" 
"Io alla Caritas non vado"

Lunghe insistenti scampanellate. Non c'è privacy, non c'è orario.
T. aspetta fuori della porta. E' tardi.
L'autobus non c'è più per tornare a Rimini. Come farà?
"Dormo nel campo. Ho fame"
"Bubi adesso scende"

Il campanello suona insistente.
"Mi avevi detto che Bubi veniva giù. L'ho visto, è andato via"
Mi arrabbio, urlo e gli metto là su una sedia un po' di tonno e qualche fetta biscottata"

"Chi è quell'uomo sotto la tettoia?" mi chiede un amico di ritorno a casa.
T. è ancora lì.
"Aspetto Bubi. Mi ha detto che torna alle 10 e mezzo" (le 22.30)
Bubi torna a casa. Sono le 23,30

"Hai visto T.?"
"Si"
"Dove sei stato?"
"A Bellariva, l'ho accompagnato là"

Io avevo visto un povero arrogante e pretenzioso; Bubi ha accompagnato Gesù nella pensioncina dove passerà la notte.




giovedì 26 settembre 2019

L'abbracciatona!

Uno dei giochi preferiti dai bambini dell'asilo, quando Bubi li va a trovare è l' "abbracciatona". 
Sotto gli occhi stupiti e divertiti delle maestre, i bambini si mettono in fila per ricevere l'abbraccio di Bubi, un saluto e un segno di affetto e di accoglienza, che i bambini chiamano "mi faccio prendere da Bubi": così lo raccontano a casa, Qualcuno furbetto e intraprendente fa il giro due o tre volte e a nessuno di loro è negato. Bubi è abituato a stare coi bambini: è primo di nove fratelli.  
La cosa è talmente apprezzata nelle famiglie che qualche nonna l'ha raccontato perfino ad alcuni amici, che vivono lontano.


Ricreazione alle scuole medie, dove Bubi insegna Religione. 
Bubi incontra nel corridoio un ragazzino di seconda particolarmente vivace e ribelle. Viene avanti abbracciato stretto stretto ad una ragazzina di terza, bellina che mai; d'altra parte anche lui è bello e conteso e non si nasconde.
Bubi lo ferma, lo saluta, "Vieni qui" e gli da un'abbracciatona.
 Lui, sorridente, acconsente, si abbandona, poi torna a fare ricreazione.
Alla faccia di chi tiene alla distanza fra allievi e insegnanti, di chi moralisticamente riprende spesso severamente i comportamenti del ragazzino intelligente e ribelle!
Un semplice gesto di affetto e di stima, di accoglienza, l'ha conquistato.


Chissà perché i bambini dell'asilo e i ragazzini "fiutano" chi vuole loro bene e cedono alla bellezza di un gesto sincero, molto più eloquente di tante parole e di tanti richiami?
D'altra parte quanti di noi, ormai vecchi, desidererebbero ritrovarsi di nuovo nelle braccia della mamma… Apparteniamo e desideriamo appartenere.