sabato 8 dicembre 2012

Un prete "ricco"

Don Bubi non è un prete ricco, né di famiglia né per condizione sociale acquisita.
Ha studiato da ragazzo con borse di studio; ha frequentato il Seminario per la carità di Mons. Biancheri, il Vescovo, che poi lo ha ordinato. Vive con lo "stipendio" dell'Istituto Nazionale Sostentamento del Clero e delle offerte delle Messe che celebra, come tutti i preti italiani. Insegna nelle Scuole Medie, Elementari e Asili a titolo gratuito. Per il resto provvede la Provvidenza. "La c'è la Provvidenza" diceva Renzo nei Promessi Sposi, mentre dava in carità gli ultimi soldi che aveva in tasca. E' meglio di qualsiasi banca o di qualsivoglia deposito fruttifero o Buoni Ordinari del Tesoro.
In ogni parrocchia occasionalmente o metodicamente si presentano persone a chiedere aiuto. C'è chi ne approfitta, c'è chi finge e chi ne ha proprio bisogno. Tutti per Bubi sono Cristo. Quando può dà, quando non può, dà la volta successiva. C'è chi ogni domenica sale la strada che porta alla parrocchia e dignitosamente riceve un piccolo obolo, c'è chi si presenta con un figlio piccolo in braccio, forse per commuovere. C'è chi passa a vendere piccoli vasetti di fiori acquistati a poco prezzo e rivenduti con un piccolo interesse. C'è chi pretende comunque un'offerta e maledice; c'è chi si accontenta di una parola buona fino alla prossima volta. Don Bubi non scaccia e non si nasconde. Se può dà, se non può prega. 
Alcuni parrocchiani lo sgridano e non approvano. La parrocchia non naviga nell'oro; ma lui dà del suo personale...
Permette ad un vecchio amico barbiere ora in difficoltà per malattia di fargli i capelli quando vuole; decide il barbiere quando è ora e Bubi paga regolarmente il lavoro.
La Provvidenza provvede. Bubi non avrebbe i soldi per acquistare un'automobile: alla morte di don Giancarlo gli eredi gli lasciano la sua. Un benefattore regala un pulmino alla Parrocchia, per trasportare i bambini e lui ne permette l'uso ad un amico, che in certe condizioni si troverebbe in difficoltà per gli spostamenti.
Questo è ciò che si vede della carità di Bubi; ma è appena la punta di un iceberg sommerso invisibile e reale, di cui tanti potrebbero parlare.
Quanti hanno vissuto di carità nella storia? La Provvidenza è una buona "banca". Chi vive nella sua logica non mai stato privo del necessario.

martedì 4 dicembre 2012

La chioccia coi pulcini

Giornata della Colletta Alimentare. 
Bubi ha invitato i ragazzini delle Medie della sua parrocchia a fare i volontari all'Ipermercato Alimentare de "Le Befane". 
Il tragitto è breve. 
Bastano il pulmino e due macchine.
Si fermano al parcheggio, scendono e s'incamminano. 
E' impressionante vederli attorno a Bubi: nessuno corre avanti, nessuno si attarda, nessuno va per la sua strada; sono tutti lì. stretti attorno a lui, come pulcini dietro una chioccia. 
E pensare che sono "delinquenti", vivaci, e "anarchici". 
Eppure riconoscono d'istinto quando c'è qualcosa, qualcuno cui stare attaccati. 
Non succede con tutti.
Sensus fidei? Sensus veritatis?

martedì 25 settembre 2012

Il collirio che porta l'annuncio a Maria

Negli ultimi tempi della sua vita mortale don Giancarlo era confinato a casa, dove si curava e riceveva gli amici. 
In una di queste occasioni, mostrando la pasticca che gli era stata assegnata si rivolse alla Nadia, che gli faceva compagnia e le disse: "Vedi, Nadia, questa è l'angelo che porta l'annuncio a Maria". Voleva significare che tutto, fino al particolare di una pasticca da assumersi per la sua malattia, era il segno della presenza del Mistero, di Gesù Cristo.
Bubi, sempre indaffaratissimo in tutti i suoi impegni, sta dirigendosi un giorno verso la sua parrocchia, quando all'improvviso gli viene in mente di non avere con sé il collirio per i suoi occhi colpiti da blefarite. 
"Pazienza, lo metterà stasera" decide fra sé.
Un pensiero! Don Giancarlo e la pasticca. Torna subito indietro a recuperare il collirio e una grande gioia lo investe. Ha riconosciuto la presenza di Gesù fino a questo particolare: il collirio che porta l'annuncio a Maria. 
Come don Giancarlo, grazie a don Giancarlo e alla Nadia.

venerdì 24 agosto 2012

Abbiamo visto Gesù!

Un vecchio capanno ristrutturato, il vecchio Circolo parrocchiale con annesso teatro, ora funge da sala per incontri ed è offerto in uso per feste e compleanni privati. Il posto è incantevole, lo spazio grande, il campetto da calcio e le altalene a disposizione dei bambini, che scorrazzano qua e là in tutta sicurezza, essendo il luogo circondato da una rete e da un cancello, che dividono dai campi e dalla strada. Parlo di S. Martino Montelabate. 
Qualche tempo fa, in occasione di una di queste feste, alcuni bambini piccoli, da asilo, sono sbucati in casa da Bubi e volevano acqua. Avevano tutto: aranciata, bibite, ma volevano l'acqua. Era un bel caldo. 
Bubi allora si alzò e diede loro acqua fresca dal rubinetto. "Buona" "Buona" "Grazie" e via di fuori, per ritornare dopo poco. Svuotati i bicchieri ancora una volta, Bubi chiese loro: "Volete vedere Gesù?" "Sìììì, sì, sìì!" Li accompagnò in silenzio in chiesa, aprì il tabernacolo e mostrò loro le particole consacrate. "Ecco Gesù! Date un bacino a Gesù" I bambini sorrisero e mandarono un bacino a Gesù fissando le ostie". Tornati fuori iniziarono a gridare contenti: "Abbiamo visto Gesù! Abbiamo visto Gesù". "Dove, dove?" chiesero tutti. I babbi e le mamme si spaventarono un po', pensando fra sé: "come sarebbe?"  Un babbo, il più coraggioso, andò incontro a don Stefano e gli chiese spiegazioni, da lui prontamente soddisfatte. 
La semplicità e la fede dei bambini danno dei punti ai grandi. 
Per i piccoli  non c'era motivo di dubitare delle parole di Bubi. 
Per i genitori tutto era tornato nella normalità...

domenica 29 luglio 2012

Una lucertola

In questi giorni di caldo soffocante perfino una lucertola è scesa lungo il muro del Circolo Parrocchiale "Il Giardino del Re" per cercare un po' d'acqua dal secchio sotto il rubinetto.
Bubi ha preso un piatto di plastica per aiutarla.
Poco dopo un passerotto si è fermato e vi ha bagnato il becco.

Ogni Domenica

Ogni Domenica due uomini, due amici, salgono la ripida collina per raggiungere, dopo la Messa, San Martino Montelabate, la parrocchia di Bubi. Gentili e sorridenti si fermano fuori dalla porta d'ingresso della canonica e aspettano. Aspettano che Bubi si accorga di loro. Lui, dopo un po' li guarda, accenna un sorriso, apre il portafoglio e ne estrae una banconota da 10 euro. "Metà per uno" dice loro mentre gliela porge. I due ringraziano, sorridono e se ne vanno, senza petulare, con grande dignità. 
Costanti, fedeli, sorridenti, discreti, dignitosi. 
Ogni Domenica. 
Che siano Angeli?

venerdì 27 aprile 2012

Che bella cosa il pallone!

Trarivi è un paesino lungo la strada per Montescudo. 
Appoggiato sulla cresta di un crinale, precipita verso due valli fra Valliano e Vallecchio. Zone antiche, di storia e di cultura.
Qui fu inviato Bubi dal Vescovo di Rimini, Mariano De Nicolò, dopo la sua missione a Gemmano.
Qui fece costruire un campo da calcetto in collaborazione con il Comune.
Un campetto molto frequentato, con tanto di recinzione alta, perché il pallone non fuggisse verso la strada o la valle sottostante.
Bubi era già avanti negli anni, diciamo 50 o giù di lì; ma giocava a calcio ancora con una certa qualità - la passione era ed è immutata - ed era frequente vederlo partecipare a gare o "allenamenti" coi ragazzi.
Mai che venisse meno ai suoi compiti di parroco e di insegnante nelle scuole di Rimini; faceva parte anche il calcio della sua pastorale e i ragazzi lo capivano.
Un bel giorno uscì di casa, c'erano dei ragazzetti che giocavano nel campetto. Bubi aveva fretta, lo aspettavano impegni a Rimini. 
I bambini lo fermarono: "Don, quando vieni a giocare con noi? Con te c'è più gusto".
Amavano tantissimo il pallone, giocavano spesso e appassionatamente fra di loro, sudavano e litigavano; ma con Bubi era un'altra cosa!

martedì 17 aprile 2012

Tutti a Roma!

Oggi, proprio oggi, Bubi è partito con tutte le quinte classi delle elementari divise in tre pullman e le loro maestre verso Roma. Due giorni di visita alla città di convivenza e di incontro con il Papa in occasione dell'Udienza del Mercoledì. Bubi non si tira mai indietro. Salute di ferro e disponibilità totale. I bambini stravedono per lui. Fino alle Medie. Strano davvero! Dall'asilo alla fine delle Elementari i bambini trattano Bubi come se fosse Gesù. A dire il vero, alcuni anni fa lo chiamavano "babbo"; poi per le generazioni successive è stato prima "zio" ed ora è "nonno"...Il tempo è birichino: colora i capelli via via di nero, poi di grigio ed ora di bianco chiazzato. Bubi è sempre lui: mentre invecchia diventa bambino e i bambini lo trattano come uno di loro. Una volta diventati ragazzini e lui professore non lo stanno più ad ascoltare. Da ragazzi ricominciano a guardarlo e da giovani studenti e universitari tornano verso di lui, alcuni in compagnia delle morose. E' proprio bello essere prete! Viene da dirlo guardando e considerando tutto questo. Oddio! I preti sono uomini, si sa e Bubi non fa eccezione in quanto a difetti, impuntate, rigidità, peccati pubblici e privati (ipotetici questi perché sono solo quelli che Dio conosce). Il giorno in cui lo faranno santo, farò la parte dell'avvocato del diavolo, anche se, sembra, non esista più. I preti, però, hanno un quid, nel bene e nel male, un quid che si percepisce a pelle. Ai tempi in cui il Latino era studiato e considerato si parlava di "in persona Christi". Chi incontra un prete in attività è come se incontrasse Gesù stesso. Questo è sempre stato evidente nella confessione: uno psicologo ti può dare dei buoni consigli, uno psichiatra curarti; ma un prete...quando esci dal confessionale sei un altro. Bubi ama confessare. Interrompe qualsiasi attività se qualcuno lo ferma e glielo chiede. Celebra la Messa in modo semplice, senza fronzoli o compiacimenti, forse predica un po' caoticamente, ma si vede proprio che ama Gesù.