mercoledì 6 settembre 2017

Omelia per Mimmo

Il testo che segue è l'omelia pronunciata da Bubi durante la Messa per le esequie di Mimmo (Dr. Guglielmo Zanotti), un carissimo amico, molto conosciuto a Rimini. 


Omelia 5/9/2017
Per il funerale di Mimmo Zanotti

Oggi è la festa liturgica di Madre Teresa.

Carissimi, sono qui con voi, con i confratelli sacerdoti, nell’abbraccio a Simone, Lucia, Francesca, Andrea, ai loro figli Pietro, Davide, Giuditta Rebecca, Martina, Iacopo, Mario, alle sorelle di Mimmo Renata, Mariangela, Giannina, al fratello Bruno, con i rispettivi mariti, moglie e tutti gli altri parenti e tutti, per celebrare la S. Messa e dare l’addio a Mimmo nella certezza di riabbracciarlo un giorno con tutti coloro che ci hanno preceduto in Paradiso.

Quanti siamo, quanti amici! Già la vostra presenza parla di Mimmo; siamo tutti segnati dal rapporto con lui.

Mimmo nella sua vita è stato un vulcano di umanità inarrestabile, incontenibile, inarrivabile, pieno di vita, come dice la Lucia. Da giovane, un giovane magari come tutti gli altri, ma giovane-giovane: gli piaceva suonare, cantare, era nella banda di Santarcangelo, andava in bicicletta…a Parigi in tre senza un soldo, all’avventura (come a dire che la realtà ti è amica, non è contro di te), la scoperta, la conquista. Mario, suo nipote di 10 anni, il Natale scorso ha scritto per il nonno Mimmo una lettera di auguri e gli confidava che la cosa che lo aveva colpito di più di suo nonno era stato il viaggio in bicicletta fino a Parigi, 1200 km all’andata e 1200 al ritorno. Che forte!

Ha studiato, è diventato medico (puntava in alto, non si accontentava)
Era una fattore di amicizia, di aiuto, una marea di amici.
Certo. È stato educato a questa umanità dalla sua famiglia cristiana, il padre con una piccola impresa, la madre, Martina, infermiera, le sorelle e il fratello; è cresciuto nell’esperienza cristiana dei Boy Scout con Mons. Sergio Matteini.
La Lella si è innamorata di un ragazzo così e lui, con la sua simpatia e la sua tenacia l’ha conquistata…anche lei un bel tipo. Si sono sposati nella chiesa di S. Chiara nel 1962 e sono nate Paola, Carla e Simone
Mimmo è approdato all’Ospedale di Rimini, era anestesista e Lella insegnava matematica. Una famiglia felice. Una sua amica disse che non aveva mai creduto al paradiso terrestre fino a quando non aveva conosciuto la sua famiglia. Si erano stabiliti a Rimini e abitavano in Via Dei Cavalieri.
Che bellezza!

Io non li conoscevo e sono entrati nella mia vita grazie a don Giancarlo e al fatto drammatico della morte in pochi minuti di Paola e Carla; ce la ricordiamo quella domenica pomeriggio del 27 giugno 1972. Mi ricordo la breve predica di don Giancarlo al funerale: “Dovevate vedere come erano belle Paola e Carla. Amen Amen.” Non si muove foglia che Dio non voglia.
Che mistero il disegno del Signore. Come dice la prima lettura: “In cambio di una breve pena riceveranno grandi benefici perché Dio li ha provati e li ha trovati degni di sé; li ha saggiati come oro nel crogiuolo e li ha graditi come un olocausto” (Sapienza 3, 5-6)
Schiantati, stesi con un bisogno di fiato, non appena questo, ma cos’è l’eternità, un bisogno incolmabile, struggente. Le amiche dicevano alla Lella: “Lella, hai quell’altro” e lei:” Chi mi garantisce che domani ci sia ancora?”
Che dolore!
Anche noi seminaristi eravamo lì, ci siamo stretti nel loro dolore.


In situazione come questa o bestemmi o gridi.
“Non avevo più niente – diceva la Lella – è allora che ho dovuto chiedere, gridare, cercare di capire ora dopo ora”.
La risposta è arrivata dal carisma del Movimento. Una mattina, in una telefonata, Giussani le disse: “Ricordati che appena metti i piedi giù dal letto, c’è uno che ama tutti i tuoi figli più di quanto riuscirai ad immaginare”.
Che dolore, ma che grandezza!

Come Lazzaro: Cristo che resuscita, la sua presenza che si fa compagnia. “Non temere. Io resuscito le tue creature, resuscito te e tuo marito. Coraggio, io ho vinto il male e la morte”.
Un respiro nuovo, nel nesso con la Sua presenza. Non magicamente, ma realmente la Lella ha cominciato ad alzarsi dal divano, un respiro nuovo, una speranza nuova, un flusso di vita nuova che rifiorisce, che investe la loro vita e tanti amici.
La nascita della Lucia, l’ospitalità della loro casa. Mimmo, grande Mimmo, ha accettato che la loro casa diventasse un porto di mare, non solo…al piano terra aveva previsto l’ambulatorio e in quelle stanze ha ospitato la mamma Maddalena e don Giancarlo…e quel campanello che suonava, in barba alla privacy, e suonava e un sacco di amici, gli amici del Destino.
C’ero anch’io, in quel tempo ero a Gemmano e durante una conversazione al bar, eravamo in tanti quella sera, mi chiesero: “Ma Don, cos’è per Lei il senso della vita?” “So dove andare a suonare il campanello!”

La Lella prese in mano le scuole della Karis e la sua casa invasa da incontri, le maestre, i colleghi, chi voleva parlare… tutto il giorno così e Mimmo…quando c’era bisogno.
Vi confido un fatto personale, il 13 giugno 1984, compleanno di Mimmo e di mia mamma, io ero parroco a Montegiardino. Quella notte mi svegliò una telefonata di mio fratello Massimo; mi disse che mio fratello Luigi di 24 anni, tornando dal lavoro, aveva avuto un gravissimo incidente. Erano le 2,30 di notte. Io ho chiamato Mimmo e l’’ho svegliato e velocemente sono andato al Pronto Soccorso. Mimmo era già lì e mi confortava vicino al mio fratello esanime.

Noi si andava da Mimmo. “Sei andato da Mimmo?” e lui era sempre disponibile di qua di là, di su di giù…il medico del Meeting, Mimmo ai campeggi con i bambini, quando si facevano male all’asilo; ma in particolare con gli handicappati, i bisognosi, le personalità… Per dire, quando nel 1982 il Papa venne a Rimini e al Meeting lo accompagnava come medico ecc. ecc., accompagnava Vittorio Tadei per il mondo a inaugurare opere di beneficenza, in Iraq a operare i feriti della Prima Guerra del Golfo, medico della Rimini Calcio e non solo, i grandi amici Dino Cappelli, Bagnoli, Sacchi e tantissimi altri, sono qui fra noi anche Santarini e Ricchiuti.
E i figli che crescevano, diventavano grandi. Don Giancarlo diceva “Mimmo e la Lella hanno tirato su dei figli liberi.

Poi il tempo ultimo della malattia, amorevolmente accudito dalla sua famiglia e da Jessy.
Il Signore l’ha purificato sino in fondo, lo ha preparato per il traguardo finale.
Ora Mimmo è con sua moglie e le sue figlie e ci viene incontro come se volesse continuare a curarci.
“Vuoi stare bene? Vuoi davvero stare bene? Da subito? Te lo dico io, c’è il medico celeste, c’è Gesù, il Risorto, colui che ha detto a Lazzaro: ‘Vieni fuori’, Colui che ha salvato me, la mia Lella, le mie bambine e anche te già da questa vita. Lui risponde da Dio a tutta l’attesa del vostro cuore, è un desiderio infinito di bellezza e felicità intera, eternamente, con una promessa così: ‘Io ti do il centuplo quaggiù e la vita eterna’. State attaccati a Gesù, ai suoi amici e ai miei. Ciao”